Cos'è Elish?

 

COSA E' ELISH?

Nel panorama delineato nelle pagine su cos'è un Gioco di Ruolo e  cos'è

un Gioco di Narrazione chiariremo la dinamica di svolgimento di questo tipo di giochi. Elish si pone tra i giochi di narrazione, in quanto il suo sistema meglio si adatta ad un tipo di gioco più teatrale, recitativo, cercando di premiare coloro che riescono a creare al tavolo quelle atmosfere fantastiche che consentono di "vivere" le esperienze narrate.


Vania Castelfranchi, ormai l'unico presente nel gruppo fin dalla sua creazione, ha frequentato l'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico di Roma, diplomandosi regista. Il suo interesse per il teatro è stato comunque presente fin da prima dell'elaborazione del gioco. Da questo interesse, e da specifici approfondimenti, combinati alla sua esperienza nel campo dei giochi di ruolo (e a quella degli altri tre autori), nasce una concezione del gioco di ruolo come potenziale psicodramma.

Senza entrare nel merito della psicoanalisi, cui il concetto di psicodramma appartiene, quello che è intrinseco, e non raggiungibile, nel gioco di ruolo, è la proiezione del sé - giocatore - nell'altro - personaggio. Questo è il senso ultimo del 'claim' del sito, la frase che ricorre spessissimo nelle sue pagine: "Affinché la vostra ombra possa sempre ricordarvene un'altra". Ogni ombra, cioè ogni personaggio, racchiude in sé qualcosa dell'Io che l'ha costruita, dell'oggetto di cui essa è l'ombra. Giocare di ruolo può essere, e certamente lo è, un'attività semplicemente ludica. Ma il ludico ha significati profondi anche al di là del valore di intrattenimento e/o divertimento più o meno sociale che comporta. L'attività ludica, sottoposta ad ispezione, rivela le trame dell'Io: il gioco di ruolo può farsi consapevole, per individuare ciò che di noi abbiamo associato, più o meno deliberatamente, alla nostra creazione. Ha un valore di conoscenza del sé, volendo, in quell'accezione dal sapore orientale.
Il ricordo, associando ombra - in primis - e realtà - in secondo luogo - richiama una direzione d'analisi ben precisa. Dalle azioni creative alle possibili radici nel personale. L'esperienza di Elish, come gruppo, come gioco all'interno del gruppo, ha mirato spesso allo psicodramma. Raramente ne ha raggiunto un qualche scopo, ma ha dimostrato che è possibile. Ed i suoi fallimenti hanno comunque enfatizzato con forza che, per quanto possa nascere con aspirazioni più complesse, esso è un gioco, e resta comunque principalmente tale.

Il modo di giocarlo è una conseguenza, forse, più che una causa. La forma teatrale, narrativa, nasce come aspirazione in tutti i giocatori di ruolo: il divertimento del giocare è quello dell'ascoltare come del narrare; ascoltare il racconto, narrare le proprie azioni, le proprie gesta. Immaginare, creare fantasticamente, è in realtà un ausilio, non una necessità: può consentire una maggiore visualizzazione, quindi un ascolto migliore, e può creare una narrazione più enfatica, o più adeguata. La rigidità o meno di un regolamento, il soffocare o meno la velocità del gioco, le possibilità dell'immedesimare, sono criteri che delimitano persone, fette di mercato. In base al gusto, ovvero l'accettazione di un diverso grado di rigidità, dei diversi sistemi, si può determinare in realtà il grado con il quale i giocatori sono disposti ad esporsi. Un sistema predeterminato e predeterminante lascia il gioco privo di molte responsabilità che un gioco più 'libero' certamente non toglie al giocatore: la teatralità obbliga ad un ascolto, ad una narrazione maggiore - in pratica, obbliga ad un maggiore coinvolgimento. Ovvero, a crearsi delle ombre più grandi.
Per questo il gioco 'teatrale' che Elish cerca faticosamente di portare avanti da anni è così difficile da realizzare per i nuovi Master: molte delle responsabilità gravano infatti su di loro; sono loro a dover affrontare il 'panico del palcoscenico', a dover imparare a togliersi le maschere per metterne su delle altre, quelle che vogliono loro. Ma di questo, gli autori sono stati consapevoli fin dall'inizio: per questo il gioco è stato ideato per essere il più possibile libero, contaminabile; ma contaminato - le citazioni abbondano in tutta l'opera - e contaminante - con tutti i suoi richiami a liberare se stessi nella Liberté Fantastique. Elish è in fondo un invito, un banco di sperimentazioni, un'apertura verso la creatività dei singoli.
Elish ha incassato le critiche sulle carenze del regolamento. Ha deciso allora di sviluppare (sarà parte del materiale online) un sistema alternativo di regole: saranno diversi livelli di complessità del regolamento, tutti adatti al gioco di Elish, tutti in base allo stesso principio di fluidità del gioco, di immedesimazione, di libertà fantastica. Proporre un tale sistema è in realtà una dimostrazione: se lo stesso gioco è giocabile in molti modi diversi (parlando di regole), quello che resta invariato è in realtà l'essenza del gioco. Divertirsi a giocare a diversi livelli di regolamento significa imparare l'inutilità di regole complesse, l'assoluta libertà della fantasia.

Nel panorama italiano, Elish è il primo gioco di narrazione.
Interamente autoprodotto ed autodistribuito, è passato oltre momenti di grave crisi, ha saputo gestire i suoi successi (vedere ad esempio le recensioni ottenute) ed affrontare diversi campi (principalmente quello ludico e quello musicale, ma anche - abbandonando - quello teatrale, editoriale e cinematografico), sempre mosso da una forza, che è quella delle sue origini, della volontà di affrontare un mondo chiuso e stantio con le armi della libertà, della creatività e dell'indipendenza che si fa qualità.

Recensione di ELISH uscita su KAOS n.25 nel Febbraio del 1995